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BirdHouse

Management Non Violento 10


La storia di San Martino come esempio di servizio agli altri

Un viaggio interessante e intenso nella storia di San Martino, guardata e ricostruita attraverso una chiave di lettura molto particolare che affonda le sue radici nell’etica dell’attenzione verso chi ha bisogno. L’attualizzazione della vita di uno uomo poi diventato santo che ha fatto della solidarietà la propria missione. Una riflessione più che mai attuale che nasce dalla commistione tra la storia vera di conversione di un militare agli ideali ispirati al cristianesimo e gli spunti allegorici offerti.

E di questo che si è parlato durante l’incontro organizzato dal Rotary Club di Molfetta presso l’Hotel Garden. Ad introdurre la serata – il presidente del Rotary – Leonardo de Pinto che ha spiegato quanto la storia di quest’uomo e i principi che l’hanno animata sono più che mai vicini e in linea con l’idea rotariana di essere “al servizio dell’umanità”.


La parola è poi passata al dott. Nino Messina – direttore amministrativo dell’Ospedale “F. Miulli” di Acquaviva delle Fonti – che ha preso per mano i presenti e li ha condotti in un percorso emozionale e meditativo, creando interessanti parallelismi di senso tra le vicissitudini e la vita di San Martino e la loro attualizzazione nel presente. Due sono stati i temi portanti intorno a cui è ruotata la lectio di Messina: l’esercizio dell’orecchio al dolore e la comprensione del linguaggio della cura, valori che si ritrovano nella famosa scena del taglio del mantello donato per metà da Martino ad un povero infreddolito. Una metafora, questa utile a raccontare il valore del donare ai poveri, della carità. Slanci difficili da mettere in atto così come il gesto della cura cui bisogna esercitarsi, mettendosi al servizio del altri.

Oggi più che mai c’è bisogno di un tempo del conforto dedicato all’intangibile che però molto spesso si scontra con la prevaricazione della tangibilità che rappresenta un fallimento dell’umano. Si dovrebbe invece radicalizzare l’idea che ogni uomo debba essere sostegno per l’altro in modo tale da capitalizzare il linguaggio della cura fino ad arrivare alla guarigione. Una riflessione, questa vissuta sulla propria pelle vista l’esperienza professionale di Messina che ogni giorno lo porta a misurarsi con il dolore e relativo bisogno di consolazione dei pazienti e delle loro famiglie. Ma ritornando al momento della divisione del mantello, l’illustre relatore lancia un’altra provocazione. La storia narra che dopo il gesto di estrema bontà di Martino, durante la notte vide in sogno Gesù rivestito della metà del suo mantello militare. Udì Gesù dire ai suoi angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito». Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro.
Ecco come la divisione può trasformarsi in moltiplicazione, come privarsi di una parte di “tangibile” possa rappresentare un ritorno in termini di arricchimento spirituale, morale ed etico. È un po’ ciò che dovrebbe accadere anche in realtà aziendali strutturate, all’interno delle quali il management dovrebbe – quasi come fosse un imperativo – prendersi cura del capitale umano che le costituisce.
Stesso discorso nel caso di una struttura ospedaliera: il medico dovrebbe essere quanto più vicino possibile al paziente non relegando il suo lavoro al semplice espletamento della prestazione medica. Dunque anche il situazioni lavorative sarebbe utile “dividere il mantello” e aprirsi alla condivisione, sviluppando così la gratuità del bisogno e l’economia dell’altruismo che si traduce poi in economia della relazione. E se questo modus vivendi scivolasse anche tra la gente, nelle comunità cittadine sarebbe quasi una vera e propria vittoria per l’umanità.
L’idea di assicurare all’altro la certezza di esserci è uno dei più bei doni che si possa fare e ricevere. Rappresenta la condizione ideale per cui svanisce la paura della solitudine e si abbraccia il valore della “presenza” non solo fisica. Si aprirebbero così orizzonti nuovi di attenzione al prossimo, valore che sarebbe opportuno insegnare e trasmettere alle nuove generazioni. L’idea di fondo è che non bisogna aspettare o rimandare la condivisione. Potrebbe non esserci più tempo per metterla in atto.
E come diceva don Tonino, è importante seminare perché «[…] ogni granellino arricchirà ogni angolo della Terra».

Autore: Angelica Vecchio

13 aprile: ethic management per il seminario a Roma “La questione sociale è questione morale”

“Esperienze di ethic management in sanità” è il titolo dell’intervento che Nino Messina terrà venerdì 13 aprile nell’Aula Magna del Camillianum a Roma per il seminario organizzato dall’Istituto Camillianum dal titolo “La questione sociale è questione morale”.

L’evento, la cui inaugurazione è fissata per lunedì 9 aprile, si inserisce nell’ambito delle attività programmate per il secondo semestre dell’anno accademico 2018 ed il titolo è mutuato dall’incipit dell’enciclica Populorum progressio del Beato Paolo VI, documento che rimane ancora attuale nella sua analisi: «Il mondo è malato. Il suo male risiede meno nella dilapidazione delle risorse o nel loro accaparramento da parte di alcuni che nella mancanza di fraternità tra gli uomini e tra Daniele Macci, Cappadocia, acrilico su legno, collezione privata i popoli» (n. 66).

Anche oggi, dopo 50 anni, il criterio generale del bene comune, che dovrebbe guidare ogni convivenza sociale, fatica ad affermarsi e ad esercitare il suo influsso. Da ciò derivano il rinnegamento di alcuni valori quali l’unità e la solidarietà, le forme inaccettabili di gestione politica, caratterizzate dal ricorso alla slealtà e alla menzogna, lo sperpero del denaro pubblico per il tornaconto di pochi e con intenti clientelari, l’uso di mezzi equivoci o illeciti per conquistare, mantenere e aumentare, ad ogni costo, il potere. La realtà dell’interdipendenza stenta a trasformarsi in solidarietà, siamo di fronte ad una spinta verso la frammentazione, indice di varie forme di egoismo personale e sociale. C’è un’enorme frattura che divide il mondo di oggi: quella che separa l’1 per cento ricco dal restante 99 per cento. Un baratro nelle cui profondità si annidano le cause di molti fenomeni politici e sociali che agitano il presente. Il Seminario interdisciplinare pone l’attenzione su due questioni: la disuguaglianza non è una calamità fuori dalle nostre responsabilità, ma è il risultato delle nostre scelte politiche ed economiche che dobbiamo riorientare a partire dalla tutela del bene comune; la gestione della cura della salute, che è bene comune e relazionale, può aiutare a prospettare nuove piste di solidarietà e condivisione.

L’iperbole di Don Tonino: un video per commemorare il 25° anniversario della morte del vescovo molfettese

Senza limiti senza misura senza riserve senza “se” e senza “ma”:
alla ricerca dell’infinito di Dio.


Il video di Nino Messina illustra in pochi secondi il messaggio di don Tonino attraverso la dinamica della curva dell’iperbole. Una sorta di misurazione di quanto sia necessario avvicinarsi ai bisogni della gente. Il cammino delle perdite, che con coraggio e audacia Don Tonino ha insegnato, è un cammino che nel cartone animato di Nino Messina mostra il ridursi della distanza con il punto zero nel quale “il chicco di frumento da maggior frutto”.

Tanto con il poco tendente al niente contro l’infinito del potere.

Nell’iperbole di Don Tonino la dinamica è ben chiara. Solo azzerando tutte le riserve e i vincoli ci si avvicina ad una dimensione molto più ampia e più immensa: l’infinito e la gioia di essere vicini a Dio e all’Uomo.

È in questa ottica di dinamica fisica, di movimento fattivo e di “potere dei Segni” in cui i moti dei corpi si alimentano di Forze mistiche e allo stesso tempo provocatorie, che Don Tonino traccia l’icona del Grembiule: cioè la sintesi della dinamica della Carità e della Pace.

Clicca qui per leggere l’articolo pubblicato su Famiglia Cristiana

Clicca qui per leggere l’articolo pubblicato su Quindici Molfetta

Un nuovo stile di Management

Vivere la PACE in azienda a dieci anni dalla morte di don Tonino Bello:

«E le guerre? E le liti?

E le inimicizie?

E le lotte sorde, nascoste, sotto traccia?

E quei sibili di invidia, quelle stilettate di gelosia che feriscono a morte?

E quei colpi mancini?

E quella doppia faccia, doppia strada, doppia vita, doppia morale… le nostre doppiezze?»

Si aprono i cieli ed è la trasparenza suprema.

Figuratevi se non dobbiamo aprire la nostra vita!

Tratto da Vide i cieli che si squarciavano, d.Tonino Bello

 

 

Vorrei esprimere oggi a tutti Voi un augurio inusuale.

Buona Primavera!

Si, questo è un periodo meraviglioso e speciale che ci porta a constatare che, nonostante tutto, la Natura e la Vita esplodono nel clima e nelle campagne. Il gusto dei profumi e del primo sole primaverile ci renda più allegri e più contenti.

Auguro a tutti Voi di “esplodere” come questa Primavera.

In questi giorni difficili, nei quali si susseguono eventi terribili che si scontrano con la Vita e la Natura, la speranza e il credere nella Primavera, è l’augurio più bello che possiamo scambiarci.

Per la nostra Vita, per i nostri Progetti, per i nostri Sogni, le luci di questa stagione ci siano di guida nel percorso delle cose.

Quindi CORAGGIO, non lasciamoci assopire ed intristire ma risvegliamo le nostre energie e le nostre forze.

Abbracciamo il mondo che ci circonda e “investiamo” il nostro tempo per renderlo più bello più attraente e più vivibile.

Progettiamo, rilanciamo, ascoltiamo, aiutiamo, amiamo, cresciamo, creiamo, accarezziamo, rinfreschiamo, riordiniamo, accogliamo, prepariamo, rallegriamo, incontriamo, condividiamo, solidarizziamo,……

Lascio a noi tutti interpretare in questi verbi le nostre passioni e i nostri desideri che ci auguriamo non si vadano ad assopire mai.

Un caro affettuoso abbraccio a ciascuno di Voi.

Tratto da “Diario di Bordo“

© GETRAG S.p.A.

Aprile 2003 – Ed. 13

Nino Messina

Management col Grembiule

Don Tonino pensava alla Chiesa col grembiule.. si può pensare al manager col grembiule?

Credo che debba essere necessario puntare l’attenzione sul momento a volte carico di mistero in cui le vite e le storie degli uomini incontrano i sistemi complessi dove il lavoro è il motore che sprigiona energie produttive, finanziarie e commerciali.

Bene. E’ l’attenzione all’uomo che nelle imprese, nelle società, nelle banche, nei negozi, nelle officine, nei luoghi di mercato, di commercio e di produzione non è vissuta, non è coniugata, non è posta al centro della combinazione lavoro – prodotto.

Abbiamo un compito nuovo in questa fase di globalizzazione e di grandi mutamenti economico-sociali. Quello di abbracciare, accogliere e ascoltare l’Uomo anche e soprattutto dove egli vive gran parte della sua vita: a lavoro. Le emozioni, i desideri, i bisogni, le angosce, le gioie, i sogni.. sono vissuti anche a lavoro e il contatto con queste ricchezze, che l’Uomo sprigiona, ci deve, noi tutti, responsabilizzare a seguire la cura di questi tesori.

Il risultato sarà il miglioramento del lavorare, del clima, delle relazioni che, poi, è il passaggio indispensabile per “capitalizzare” lo star bene per far star bene.
Vorrei fare un parallelo tra un concetto macro economico che vuole la moltiplicazione del reddito con l’accrescere della propensione al consumo, e un’affermazione di una teologa domenicana, Antonietta Potente, attualmente impegnata in Bolivia dove ha aperto la sua vita comunitaria a un’esperienza di condivisione e di ricerca con famiglie di campesinos, di artigiani e di studenti di etnia indigena: Vivere la propria circolarità.
Mettersi in circolazione, consumarsi per gli altri in una gratuità assoluta.

Sono convinto che all’incrementarsi di questa propensione al consumo di noi stessi per gli altri otterremo un moltiplicatore simile a quello economico dove, però, il risultato finale sarà quello di dare sempre più valore all’Uomo.

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Chi siamo

Nino Messina, sposato, padre di due figli, è Direttore Amministrativo dell’Ospedale “F. Miulli” di Acquaviva delle Fonti.
Manager industriale per 25 anni (Fincantieri, Isotta Fraschini, Getrag) con esperienza di controller per produzioni US Navy e project finance in Germania, è stato anche direttore pianificazione e controllo presso Casa Sollievo della Sofferenza e direttore Area Politiche della salute della persona e delle pari opportunità della Regione Puglia.
Formatore e esperto in analisi di clima aziendale, ideatore e promotore di una cultura di impresa cosiddetta "management nonviolento”, è stato uno dei "ragazzi" di don Tonino Bello.

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..non serve un formatore, serve uno formato…non serve quello che dice un formatore, serve quello che è un formatore. Testimone e Profeta di Verità e di Senso….

 

..ma c’è qualcosa di molto importante su cui cercheremo di lavorare in questi giorni: il desiderio di mettere insieme queste differenze

Qui tra voi si vedono: ci sono carismi differenti, doni differenti, generi differenti, regioni differenti e soprattutto ci sono storie personali differenti

Il sogno che in questi giorni vogliamo coltivare è vedere che queste differenze non ci dividono, ma piuttosto che possano aiutarci a coltivarle per metterle in circolazione . Antonietta Potente (teologa)

 

..in un certo senso, proprio gli aspetti di noi che non nutrono il minimo interesse nell’organizzazione rappresentano il dono più grande che le possiamo fare: è la parte che apre la finestra dell’immaginazione e lascia che l’aria fresca entri nella sala riunioni. (David Whyte Il risveglio del cuore in azienda pag.311)

 

“…dai a questi miei amici e fratelli la forza di osare di più. La capacità di inventarsi. La gioia di prendere il largo, Il fremito di speranze nuove ……..stimola in tutti, nei giovani in particolare, una creatività più fresca, una fantasia più liberante, e la gioia turbinosa dell’iniziativa che li ponga al riparo da ogni prostituzione”. don Tonino Bello che prega

 

“il tempo galoppa, la vita sfugge tra le mani. Ma può sfuggire come sabbia oppure come una semente” Thomas Merton

 

Altrimenti…..

Mai avverbio fu così violento.

Nonostante……

Mai preposizione fu così LIBERANTE

 

Alla ricerca di una spiritualità aziendale e di un management nonviolento….

 

“Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore,

provami e conosci i miei pensieri:

vedi se percorro una via di menzogna

e guidami sulla via della vita.”   SALMO 139

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