Management col Grembiule

Don Tonino pensava alla Chiesa col grembiule.. si può pensare al manager col grembiule?

Credo che debba essere necessario puntare l’attenzione sul momento a volte carico di mistero in cui le vite e le storie degli uomini incontrano i sistemi complessi dove il lavoro è il motore che sprigiona energie produttive, finanziarie e commerciali.

Bene. E’ l’attenzione all’uomo che nelle imprese, nelle società, nelle banche, nei negozi, nelle officine, nei luoghi di mercato, di commercio e di produzione non è vissuta, non è coniugata, non è posta al centro della combinazione lavoro – prodotto.

Abbiamo un compito nuovo in questa fase di globalizzazione e di grandi mutamenti economico-sociali. Quello di abbracciare, accogliere e ascoltare l’Uomo anche e soprattutto dove egli vive gran parte della sua vita: a lavoro. Le emozioni, i desideri, i bisogni, le angosce, le gioie, i sogni.. sono vissuti anche a lavoro e il contatto con queste ricchezze, che l’Uomo sprigiona, ci deve, noi tutti, responsabilizzare a seguire la cura di questi tesori.

Il risultato sarà il miglioramento del lavorare, del clima, delle relazioni che, poi, è il passaggio indispensabile per “capitalizzare” lo star bene per far star bene.
Vorrei fare un parallelo tra un concetto macro economico che vuole la moltiplicazione del reddito con l’accrescere della propensione al consumo, e un’affermazione di una teologa domenicana, Antonietta Potente, attualmente impegnata in Bolivia dove ha aperto la sua vita comunitaria a un’esperienza di condivisione e di ricerca con famiglie di campesinos, di artigiani e di studenti di etnia indigena: Vivere la propria circolarità.
Mettersi in circolazione, consumarsi per gli altri in una gratuità assoluta.

Sono convinto che all’incrementarsi di questa propensione al consumo di noi stessi per gli altri otterremo un moltiplicatore simile a quello economico dove, però, il risultato finale sarà quello di dare sempre più valore all’Uomo.

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